Buongiorno bambini, dedicata a voi!
Coronello, il virus
birbantello
C’era
una volta, in un paese lontano, un piccolo virus: Coronello. Era
famoso per il suo caratterino: ribelle, dispettoso, disubbidiente. Lo
chiamavano, scherzosamente, “Coronello il virus birbantello”!
Ma
il sogno più grande di Coronello era di girare il mondo. Passava giornate
intere a sognare paesi lontani: “La Grande Muraglia la conosco, è nel mio
paese! Vorrei vedere i mari caldi del sud del mondo, le montagne altissime in
tutti i continenti! E poi monumenti famosi come la Tour Eiffel, il Colosseo, il
Big Ben, l’Empire State Building!”
La
sua corona da principe dei virus e il suo rango reale gli permettevano di poter
andare ovunque volesse, ma non aveva ancora capito in che modo sarebbe riuscito
ad andare molto lontano.
Per
un periodo studiò i comportamenti delle persone e capì che per andare lontano
doveva utilizzare il canale della “gentilezza”: “Se voglio passare da
una persona all’altra in modo silenzioso e sicuro, mi devo intrufolare nei loro
abbracci, nelle strette di mano. Nei baci che accompagnano i saluti affettuosi,
Sì! Farò così! Approfitterò della “gentilezza” per andare da una persona
all’altra e girare il mondo”.
Inconsapevole
dei danni che avrebbe causato, Coronello partì dalla Cina e arrivò fino
alla piazza di Arceto. Nella lunga strada percorsa, però, fece danni,
procurò malanni, paure, al punto da far abbandonare agli esseri umani le loro
“abitudini gentili”.
Ma
una classe di piccoli bambini di seconda elementare del paese di Arceto, capì
che lavandosi le mani in modo accurato, starnutendo e tossendo nella
piega del gomito, mantenendo accesa la loro vivacità e continuando,
con queste piccole accortezze, a stare insieme e a praticare i gesti gentili a
cui erano abituati, avrebbero fermato il viaggio di Coronello che, da semplice
curiosità di vedere il mondo, era diventato un flagello per le popolazioni.
I
nostri piccoli eroi mandavano in giro per Arceto “biglietti gentili”, frasi
di conforto a chi era ammalato, a chi non usciva di casa per paura di
contagiarsi. Pian piano le persone di Arceto, poi della Emilia Romagna, poi
dell’Italia, poi dell’Europa e infine del mondo intero cominciarono a dedicare
gesti gentili agli altri, facendo diventare “virale” la gentilezza.
Coronello
a quel punto dovette fermarsi, tolse la corona da principe dei virus e
scrisse una lettera di saluto ai bambini della seconda elementare che, con atti
prudenti e fermamente “gentili” lo avevano sconfitto.
“Cari
bambini, guerrieri della gentilezza, mi arrendo e vado via. Grazie a voi ho
capito che per inseguire i propri sogni non bisogna fare del male agli altri,
ma praticare gentilezza.”
Il
mondo fu salvo e i bambini della classe seconda A di Arceto furono
ufficialmente proclamati “guerrieri della gentilezza”.
E' una favola che dovrete leggere. L'ho letta, mi è piaciuta, l'ho modificata in alcune piccolissime parti per dedicarla a voi!!
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